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La Vecchia Macchina

Musical con burattini e pupazzi

Riallestimento e regia di Rahul Bernardelli

Lo spettacolo nasce dalla volontà di comunicare ai bambini il valore delle cose e degli oggetti che ci circondano, non solo per il loro uso immediato e contingente, ma anche per quello sentimentale e rappresentativo.

Gli oggetti rappresentano un’importante codice comunicativo e affettivo con l’adulto. Oggi l’oggetto gioco – spettacolo è diventato un bene di consumo, grazie ad una struttura produttiva che realizza miliardi.

E così anche l’immagine del bambino diviene superstar, tramutato in primattore spettacolare di quiz, giochi a premio, sfilate, festivals, serials, short pubblicitari. Un quadro mercificato d’infanzia fittizia, sempre più immagine, spettacolo, consumo e sempre meno presenza reale, viva e autentica nella società: occasione quotidiana d’incontro, dialogo, presenza, impegno.

L’oggetto giocattolo è entrato da tempo nella dinamica di questo meccanismo perverso di consumo, che lo ha reso “oggetto improprio” cioè non sempre orientato ad uno scopo,  ma all’essere acquistato per valori estranei a sé stesso, con aspettative tutt’altro che ludiche, ma spesso creano insoddisfazione,  delusione e perfino abbandono.

Il concetto di gioco, come esperienza d’adattamento al reale, si afferma nel bambino come insopprimibile strumento di mediazione e di comunicazione tra il soggetto e l’ambiente.

Ed è per questo che nello spettacolo “La Vecchia Macchina” si ripercorrono esperienze proprie della costruzione del gioco, dove si recupera il rapporto emotivo con il “vecchio oggetto”, creando una volontà di conservazione e insostituibilità.

La costruzione del testo e delle canzoni,  si poggia sulle tecniche propriamente conosciute della musica, dove la storia e la musica si fondono in un unico e armonico linguaggio espressivo, che conserva da un lato il gioco e dall’altro l’intelligibilità del messaggio teatrale.

 

Esigenze Tecniche : presa corrente luce kw 4 – Sala Oscurabile